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lewis viii

re d'ungheria. 

Hamilton vince portandosi al comando del campionato, ma Verstappen evita un’ulteriore doppietta Mercedes nonostante un incidente durante il giro di formazione. Ferrari ancora inabissate.

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Dominio Hamilton, magia Red Bull.

Vittoria, giro veloce e record: Hamilton non si fa prendere dalla noia nel far strada ad altre 19 monoposto per 70 giri dell’Hungaroring. Con la bandiera a scacchi di ieri pomeriggio, “The Hammer” eguaglia il record di Michael Schumacher per numero di vittorie di un singolo Gran Premio (8) e prosegue l’avvicinamento al record, sempre del tedesco, per il maggior numero di vittorie in carriera (-5).

Partenza ottima per l’inglese, che in poche curve riesce a staccarsi dal gruppo e dettare il passo senza grosse difficoltà, tanto che negli ultimi giri ha il tempo di rientrare ai box per montare gomme soft e aggiudicarsi anche il giro veloce, per un bottino totale di 26 punti.
La vera impresa è stata compiuta da Max Verstappen con i suoi ingegneri, autore di un’ottima gara nonostante i problemi nel giro di formazione: la pioggia delle ore antecedenti alla partenza, infatti, ha bagnato la pista quel poco che serviva per far sbandare l’olandese durante il giro di formazione e procurare un danno alla propria RB16.

"Non era quello che volevo. Sono finito contro le barriere perdendo l'aderenza, i meccanici sono stati incredibili. Non so come abbiano fatto, li ho ripagati con un secondo posto. Non pensavo nemmeno di gareggiare, essere secondo è come una vittoria oggi.

- Max Verstappen.

Se doveva dargli battaglia, possiamo dire “missione fallita”. Bottas, partito in prima fila col compagno di squadra, sbaglia lo switch frazione-acceleratore (normalmente uno dei suoi pezzi forti). L’errore gli costa una partenza penosa ed una gara tutta in inseguimento, in cui solo all’ultimo giro riesce a portarsi solamente ad un secondo da Max.

La rassegnazione di Vettel.

Lance Stroll sfiora il podio con la sua Racing Point: il figlio di papà alla guida del clone Mercedes riesce a dar nota del suo potenziale, ma il gradino più basso del podio è ancora lontano per il canadese. Dietro di lui taglia il traguardo un arrabbiato Alexander Albon, che non deve aver digerito le ultime voci di mercato. Queswtodeve essere il motivo per cui il pilota thailandese risponde con foga ai team radio e chiede sempre di più ai suoi ingegneri.
Conserva la sua posizione di partenza Sebastian Vettel: miglior risultato stagionale per il ferrarista se non fosse per il doppiaggio da parte di Lewis. Ebbene, la vera umiliazione di domenica sta nel distacco di un giro della Mercedes ai danni della Rossa, che evidenza la supremazia della scuderia tedesca e l’inferiorità di casa Ferrari. Le parole che sicuramente deprimono i tifosi del cavallino sono queste:

“La prova di forza della Mercedes non è stata una sorpresa per me. Era già chiaro da prima della gara che ci avrebbero doppiato. È stata una giornata dove avrei potuto finire al massimo al quinto posto, non più in alto.”

Sebastian Vettel

Sergio Perez, con la sua settima posizione, riesce a rimanere davanti al suo compagno di squadra nella classifica piloti ed un discreto Daniel Ricciardo tenta di portare qualche punto di consolazione alla propria scuderia francese: la Renault non sta ottenendo i risultati cui sembrava ambire ai test di Barcellona.

Nono posto per Carlos Sainz che non stupisce, ed inaspettato decimo posto (con penalità di 10 secondi in post-gara) per la Haas di Kevin Magnussen, guadagnato grazie ad una strategia alternativa (le due Haas sono state le uniche ad aver montato da subito le slick invece delle intermedie risparmiando così un pit-stop) che ha regalato i primi punti alla scuderia statunitense e al pilota danese.

Capitolo 4: Silverstone.

Charles Leclerc arriva appena fuori dalla zona punti: in gara fatica a controllare la monoposto e non trova confidenza con nessun tipo di gomma. Il monegasco, dopo un inizio stagione fortunato ma negativo, non trova le parole giuste per giustificare questo pessimo weekend:

 

"Se anche avessimo fatto la scelta giusta a fine gara sarei stato comunque in difficoltà.

Nel finale è stato molto difficile, sulla macchina dobbiamo guardare per bene i dati perché non capisco come mai venerdì e anche ieri, nonostante in termini di performance vorremmo essere più avanti,

il bilanciamento c'era, mentre oggi no e non capisco il motivo.”

Charles Leclerc

L’Hungaroring doveva dimostrarsi una pista in sintonia con la Ferrari di Binotto, ma non ha fatto altro che evidenziare la distanza abissale che separa la casa di Maranello dalle concorrenti. Il prossimo e quarto atto avrà luogo in Gran Bretagna, a Silverstone, proprio in casa di Re Lewis Hamilton. Pronostici?

20 Luglio 2020 
di Luca Pirli Capitani
saetta mcqueen

una mercedes in stile saetta mcqueen

Vittoria casalinga ed insolita per Hamilton, che taglia il traguardo con una ruota in meno. Stessa sorte ma finale negativo per il compagno di squadra Bottas. Leclerc limita i danni alla Ferrari.

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Hamilton ed il suo “Kachow!”

Sembrava una gara fatta e finita già a partire dal sabato di qualifiche, con la prima fila riservata Mercedes ed un bel secondo netto a separarle dagli altri team. Eppure, il Gran Premio di Gran Bretagna è riuscito a regalarci colpi di scena soltanto negli ultimi 2 giri della gara: il doppio intervento a inizio GP della Safety Car ha stravolto le strategie, portando la maggior parte dei piloti ad un montaggio anticipato delle gomme dure. L’eccessivo utilizzo di questa mescola ha provocato una foratura a Carlos Sainz (da quinto crolla alla tredicesima posizione) e a Valtteri Bottas, che dalla seconda posizione si ritrova subito fuori dalla zona punti.

“Stavo provando a mettere pressione a Lewis, ma verso la fine ho iniziato ad accusare vibrazioni sempre più forti. L’ho fatto presente al muretto, ma ho continuato ed ho cercato di gestire questo problema.

Purtroppo, è accaduto tutto improvvisamente e non c’era modo di poter prevedere una situazione simile.”

Valtteri Bottas. 

Anche Lewis Hamilton vede la sua anteriore sinistra sgonfiarsi all’inizio dell’ultimo giro ma, un po’ come Saetta McQueen di Cars – Motori ruggenti, riesce su tre ruote a passare per primo sotto la bandiera a scacchi.

Insomma, il proverbio “chi troppo vuole nulla stringe” non sembra valere in casa Mercedes e, in particolare, per Hamilton.

Max Verstappen ed il team Red Bull hanno optato per la prudenza, cambiando le gomme subito dopo aver assistito alle forature di Sainz e Bottas. Strategia sicura ma che, in seguito alla foratura di Lewis, nega un primo posto all’olandese per soli 5 secondi.

Gode di questi episodi rocamboleschi Charles Leclerc che, con una buona gara ed un fortunato terzo posto, continua a mascherare i difetti e i punti deboli della SF-1000.

Colpaccio Renault, disfatta Racing Point.

Miglior risultato stagionale per la scuderia francese ed i suoi piloti: Daniel Ricciardo conquista, con un bel duello, la posizione sul giovane pilota McLaren Lando Norris e, approfittando della foratura di Sainz, porta la propria Renault fino al quarto posto. Lando, chiuso a panino tra le due Renault, regala il miglior sorpasso della gara ed un mezzo sorriso al proprio team con una meritata quinta posizione.

Pierre Gasly regala punti preziosi alla propria Alpha Tauri ed Alexander Albon recupera importanti posizioni, anche se l’ottavo posto non rientra tra gli obiettivi del giovane thailandese.

Weekend nero per la Racing Point di Lance Stroll ed il suo momentaneo compagno Nico Hulkenberg (il pilota tedesco ha sostituito Sergio Perez poiché risultato positivo al Covid-19). La scuderia britannica riesce a portare a casa solamente 2 punti.

“Non è stata una gara stressante, semplicemente non avevo opportunità. Chi mi stava vicino era più veloce di me, poi era molto difficile gestire la situazione e rimanere in pista.

Non potevo attaccare, perché la macchina non mi consentiva di fare quello che mi piace.

Ora dobbiamo esaminare perché. Il prossimo weekend può permetterci di migliorare.”

Sebastian Vettel. 

Vettel parte decimo e chiude, grazie alle forature di Sainz e Bottas, nella stessa posizione. Va ad aggiungere alla classifica un solo punto che, molto probabilmente, più che consolare ferisce. La macchina non aiuta, il ritmo manca e la ricerca di una nuova monoposto per il prossimo anno non fa altro che spezzare la motivazione del tedesco.

Silverstone, il ritorno. 

"La parte meno bella del weekend è ancora la prestazione della vettura, perché il terzo posto è il massimo a cui si possa aspirare. E' chiaro che i piloti possono anche non trovarsi a proprio agio.

Questo è stato il caso di Sebastian, che ha perso una sessione e non ha mai trovato quella confidenza per spingere. Ora abbiamo qualche giorno per analizzare tutto con lui e provare qualcosa di diverso, che lo possa mettere in condizione di lottare.”

– Mattia Binotto

Gran Bretagna anche per la prossima domenica, ma si correrà un Gran Premio dedicato al 70° anniversario della Formula 1. L’esperienza in Austria ci ha insegnato che stesso circuito non significa stesso risultato, varrà anche per Silverstone? O un’altra vittoria di Lewis sarà inevitabile come un “Kachow!” di Saetta McQueen?

04 Agosto 2020 
di Luca Pirli Capitani
90 volte lewis hamilton

90 volte lewis hamilton

Il pilota inglese centra la novantesima vittoria in Formula 1, ora è a un passo da Schumi (91). Albon gusta per la prima volta lo champagne del podio, le Ferrari escono a testa bassa in un giorno di festa.

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Un pazzo Mugello

Dopo Monza si rimane in Italia, più precisamente in Toscana, per correre nel circuito del Mugello, nuovo rispetto ai classici appuntamenti della Formula 1. Il Cavallino Rampante festeggia i 1000 Gran Premi disputati, e Lewis Hamilton la sua novantesima vittoria in F1, ritrovandosi così a meno uno dal record di Michael Schumacher, che resiste dal 2006. Tornano anche alcuni tifosi sugli spalti, per assistere a una gara ricca di colpi di scena, incidenti e, soprattutto, bandiere rosse.

Allo spegnimento dei semafori Lewis, che partiva in pole, pattina con le gomme e si ritrova subito infilato dal compagno di squadra. Leclerc invece parte bene e infila le due Red Bull, posizionandosi terzo dopo la prima curva. Verstappen, dopo aver segnalato problemi alla power unit, si ritrova subito senza potenza. L’olandese viene inglobato dalle altre vetture in partenza e rimane vittima, assieme a Pierre Gasly, del primo incidente di gara. Per lui è il secondo ritiro consecutivo.

“Sin dal giro di formazione il motore è andato in stallo. Un po' lo stesso problema che abbiamo avuto a Monza. Ero dietro a Lewis, ma poi non avevo più potenza, non riuscivo più ad accelerare. Successivamente sono stato urtato, ma non conta, perché è ciò che succede quando ti trovi in una situazione come quella. Mi sarei comunque ritirato probabilmente, è andata com'è andata.”

Max Verstappen.

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La paura di Sainz, la gioia di Albon

È perciò costretta a scendere in pista la Safety Car, che in questa occasione presentava una livrea rossa per onorare i 1000GP disputati dalla Ferrari. Ma, al suo rientro, un’accelerazione troppo anticipata di Nicolas Latifi provoca un tamponamento a catena che coinvolge le vetture di Kevin Magnussen, Antonio Giovinazzi e Carlos Sainz. Tutti i piloti coinvolti sono costretti al ritiro.

“Bisogna imparare da quanto accaduto oggi, è una situazione che non voglio che ricapiti. Non auguro a nessuno di andare a 250 Km/h e trovarsi un muro di macchine davanti. Mi sono venute in mente brutte immagini del passato.”

Carlos Sainz.

I giudici di gara dichiarano bandiera rossa, ma alla seconda ripartenza in griglia non si presenta Esteban Ocon: il pilota Renault ha accusato un problema relativo ad un surriscaldamento dei freni che lo ha obbligato a ritirarsi.

A completare il bollettino dei ritirati ci pensa Lance Stroll che, causa un detrito posto sul cordolo tra Arrabbiata 1 e 2, fora la posteriore sinistra schiantandosi ad una velocità di 282Km/h. Per il pilota nulla di grave, ma le condizioni della monoposto hanno poi determinato l’annuncio della seconda bandiera rossa.

La gara si conclude quindi con una terza partenza in griglia e l’ennesima doppietta Mercedes: Valterri Bottas non riesce a battere il proprio compagno di squadra, dimostrando nuovamente un’incapacità di gestione della pressione nei momenti importanti del campionato.

A salire per la prima volta sul podio vediamo il giovane pilota tailandese Alexander Albon, che porta in casa Red Bull anche un piccolo sorriso dopo il ritiro di Verstappen.

Una festa da dimenticare

Sfiora il podio un eccellente Daniel Ricciardo, seguito a ruota da Sergio Perez che, malgrado venga rimpiazzato da Sebastian Vettel nella prossima stagione, regala buoni punti alla Racing Point.

Consistente Lando Norris, che nonostante l’incidente durante le prove libere riesce ad uscire illeso da tutte le carambole, portando un sesto posto e punti importanti in casa McLaren.

Ottimo posizionamento anche per Danil Kvyat davanti a Charles Leclerc: il monegasco chiude in ottava posizione anche grazie alla penalità raccolta da Kimi Raikkonen, che si vede dunque piazzato tra le due Ferrari.

“Questo è un momento doloroso, è un momento che ci fa soffrire. Vedere la Ferrari che combatte per essere quarta o sesta, è difficile accettare questa realtà. Ma è l'unico modo con il quale uno può andare oltre. Ci sono molte ragioni per cui noi siamo qui. Ci sono stati dei cambiamenti, però sono anche scuse che noi in Ferrari non vogliamo avere. La nostra realtà è quella di oggi e solamente prendendone coscienza di quello che abbiamo fatto e che stiamo facendo, abbiamo la possibilità di progredire. Ci vuole tempo, abbiamo davanti a noi una stagione difficile, sarà dura anche l'anno prossimo. Nel 2022 avremo l'opportunità di ripartire con basi nuove.”

John Elkann.

Che semafori, bandiere e Safety Car rosse siano state più protagoniste rispetto al cavallino non ci sono dubbi. Un weekend da dimenticare in un giorno da celebrare non è qualcosa che si manda giù facilmente.

Persistono molte polemiche e troppi dubbi: ci si chiede perché tutte le altre scuderie portino aggiornamenti costanti, mentre la Rossa sembra aver già tirato i remi in barca, nell’attesa del prossimo campionato (se non direttamente al 2022).

16 Settembre 2020 
di Luca Pirli Capitani
lewis hamilton

lewis hamilton,

tra record e storia

Hamilton raggiunge Schumacher a quota 91 vittorie in carriera, mentre uno sfortunato Bottas è obbligato al ritiro per un guasto. Verstappen e Ricciardo completano il podio. Leclerc solo settimo dopo una qualificazione illusoria.

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Lewis Hamilton riscrive la Storia. 

Lewis Hamilton vince il Gran Premio di…”. Chi da sempre segue le corse di Formula 1 sotto il commento di Carlo Vanzini , sicuramente avrà sicuramente colto la citazione, marcando con entusiasmo il verbo vincere. D’altronde lo fa un po’ con tutti, ma con Hamilton è successo ben 91 volte.

Era il lontano 2006 quando Michael Schumacher passò primo sotto la bandiera a scacchi per la 91esima ed ultima volta. La gara si svolgeva a Shanghai, sotto una pioggia battente, e credere che un altro pilota potesse vincere così tanto era un po’ come immaginarsi oggi una squadra di calcio tedesca vincere lo stesso numero di Bundesliga del Bayer Monaco.

 C’è chi non lo riconosce o chi non lo accetta, ma questo è lo sport, ed i sorpassi non si effettuano solo in pista. Non esiste confronto, ma esistono protagonisti, ed Hamilton è indiscutibilmente l’eroe della nuova generazione del motorsport. A premiarlo è Mick Schumacher, che gli consegna il casco del padre: tre generazioni in un gesto; un’immagine che non ha bisogno di commenti.

“Non ho parole. Quando vedevo il dominio di Michael in tv non avrei mai pensato che qualcuno sarebbe riuscito ad eguagliare il suo record, né che sarei stato io a riuscirci. È un onore incredibile. Mi sono reso conto di aver ottenuto lo stesso numero di vittorie solo quando ho attraversato la pit lane.”

Lewis Hamilton

Un podio bramato per oltre due anni.

Ricciardo, lo sappiamo, reagisce col sorriso, dopo aver messo la parola fine a un digiuno da podio che durava da due anni. È probabile, almeno fino alla prossima gara in Portogallo, i suoi denti saranno sempre in bella vista.

 Un po’ perché torna finalmente (e meritatamente) a vincere, e un po’ perché regala il primo podio alla Renault, ma soprattutto perché vedrà il proprio team principal, Cyril Abitenoul, farsi un tatuaggio a scelta del pilota australiano. Nel paddock si parla più del disegno del tatuaggio che del bagno di champagne, e sono ormai tutti un po’ curiosi del soggetto che verrà inciso sulla pelle di Cyril.

“Sì, è passato un po' di tempo. E ad essere onesti, questo mi è sembrato un nuovo inizio e lo vivo come se fosse di nuovo il primo podio. È una bella sensazione. Devo riflettere sul tatuaggio, ma probabilmente il tema avrà a che fare con me, ma penso con un sapore tedesco, visto che il podio lo abbiamo ottenuto qui.”

Daniel Ricciardo

Tra il massimo vincitore di gran premi ed il sorridente australiano, si infila Verstappen che conquista un ottimo secondo posto. Nonostante fosse apertamente in critica con la safety- car per essere stata in pista troppo a lungo, Max non nasconde la gioia al termine della gara per il buon posizionamento e la registrazione del giro veloce.

Sabato d'illusioni, domenica di delusioni.

Charles Leclerc stupisce nelle sessioni di qualifica registrando il quarto miglior tempo, ma in gara, anche se con un’ottima partenza, non trova affidabilità sin dai primi giri, riuscendo a tornare competitivo solo dopo il montaggio di una nuova mescola media. Poco da aggiungere sul compagno di squadra: Sebastian Vettel, dopo un testacoda nelle battute iniziali della gara, rimane fuori dalla zona punti.

Un sabato illusorio che rende una domenica di gara ancora più umiliante per casa Ferrari. Il record eguagliato da Hamilton non giova sicuramente all’umore dei tifosi della Rossa, ma almeno per qualche giorno, si parlerà più di Schumi che della SF1000.

13 Ottobre 2020 
di Luca Pirli Capitani
si spengono i semafori

si spengono i semafori

Verstappen chiude la stagione seminando le Mercedes nella notte allo Yas Marina. Il duo Sainz-Norris si sfalda dopo essere arrivato assieme al traguardo. La Ferrari, al termine di una stagione nera, saluta Sebastian.

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Max Verstappen domina il Gran Premio di Abu Dhabi sotto ogni aspetto: ritmo gara nelle prove; pole position; vittoria davanti a due Mercedes che non riescono a stare al passo. L’olandese riesce a chiudere la stagione con 10 vittorie totali in carriera, un ottimo punto di partenza per un 2021 tutto da scoprire, soprattutto per quel che riguarda alcuni sedili ancora vuoti (uno tra questi proprio quello della monoposto di Lewis).

 

Valtteri Bottas, come al solito, non concretizza il proprio vantaggio, ma dichiara che aver tagliato il traguardo davanti ad un Hamilton fisicamente assente è stata un’ottima sensazione.

 

Alexander Albon conclude quarto, avvicinandosi solo negli ultimi giri alla Mercedes di Hamilton. Il piazzamento non è troppo entusiasmante, soprattutto se si considera la sua attuale situazione con RedBull: il suo futuro è ancora una grossa incognita. A tal proposito, non è da escludere l’ipotesi Perez, vista la recente prestazione al GP di Sakhir.

 

McLaren risulta semplicemente irresistibile: con il quinto posto di Norris ed il sesto di Sainz, riesce a posizionarsi terzo nella classifica costruttori, accedendo così ai relativi bonus economici.

 

Intanto a casa Ferrari, dopo l’ennesima prestazione opaca (nessuno dei due piloti è andato a punti), si volta pagina pensando all’anno prossimo:

 

Non vedo l’ora che arrivi il 2021 per capire i progressi che saremo riusciti a fare. Certo, dobbiamo vedere anche il confronto con gli altri team perché anche loro miglioreranno. Vediamo come andrà il prossimo anno, ma spero sia una stagione migliore.” -Charles Leclerc

 

GRA5IE SEB

 

Sicuramente il 2020 e la SF1000 non sono stati né l’anno né tantomeno il progetto con i quali Vettel sperava di concludere la propria carriera con la Rossa, sia per quanto riguarda l’aspetto tecnico e meccanico di una monoposto letteralmente ferma, sia per la sua ostinata sopravvivenza in un ambiente che lo vede fuori dal progetto con un anno di anticipo. Un giudizio corretto su Seb dovrebbe dunque poter estendersi fino al 2019, ma ancora prima rendere conto del suo arrivo a Maranello nel 2015.

 

Vettel arriva in Italia dopo una chiamata di Schumacher, da sempre suo idolo, tanto che il tedesco ne appendeva i poster in cameretta. Con la ricerca all’imitazione del sette volte campione del mondo l’avventura in Ferrari era iniziata in maniera abbastanza promettente. Arriva poi lo scontro con la realtà, l’incontro con la nemesi: le due Mercedes, che riescono quasi sempre ad avere la meglio.

 

Penso che improvvisamente Vettel abbia compreso come si sentisse Alonso quando, a ruoli invertiti, era lo spagnolo ad inseguire una Red Bull interstellare. Gli anni poi passano: il 2016 è segnato da una monoposto per nulla competitiva; il 2018 vede una Ferrari molto vicina alle Frecce Argento, ma mai abbastanza.

Infine, come tutti tristemente sappiamo, è iniziata la discesa. Infatti, gli ultimi due campionati non sono stati altro che il riflesso dell’annata 2017-2018. In questi due anni, Vettel si trova ad affrontare Charles Leclerc, un giovane promettente, talentuoso e soprattutto aggressivo. Il resto si capisce da sé: il giovane monegasco è più veloce ed il team ha preso a girare intorno a lui. L’addio con la Rossa, ormai, era divenuto inevitabile.

 

Sebastian Vettel ci lascia a modo suo, cantando una rivisitazione di Celentano e distribuendo birre al team. Del resto si sa, in Italia e soprattutto in Ferrari, quando te ne vai ci lasci anche il cuore.

15 Dicembre 2020 
di Luca Pirli Capitani
vetro

l'uomo che cammina

sui pezzi di vetro

L’invulnerabile Hamilton come un protagonista delle poesie/canzoni di De Gregori.

Leclerc, nell’ombra di Lewis, progetta un futuro ancora più splendente.

Era il gennaio del 1975 quando un giovane Niki Lauda correva per aggiudicarsi il primo titolo mondiale e un altrettanto giovane Francesco De Gregori pubblicava uno degli album più importanti nella storia del cantautorato italiano: Rimmel.

Nel lato A del vinile è incisa la traccia “Pezzi di vetro” in cui Francesco, accompagnato da una sola chitarra, racconta la storia di un giovane ventenne e di una donna matura.

 

Lei, come canta De Gregori, è incantata dalla semplicità con cui il giovane cammina tra le taglienti avversità della vita, dal modo in cui “vince sui vetri e spezza bottiglie” senza ferirsi. Ma è soprattutto il sorriso, capace di vincere ogni difficoltà, il dettaglio che più complisce la donna. D’altronde, il giovane ha vent’anni: per lui, la vita è facile.

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Dagli spartiti ai circuiti

Sempre a gennaio, ma questa volta del 1985, a Stevenage nasce Lewis Hamilton che, a distanza di 35 anni, troviamo ancora pronto a offrire “la sua ultima carta, il suo ultimo prezioso tentativo di stupire”.

 

Hamilton porta a casa 92 vittorie, un record che era già scritto vista la macchina, visto il talento, vista la concorrenza. Ma l’impresa rimane, e nei prossimi giorni non si parlerà d’altro, perché, “sotto l’angolo retto di una stella”, illuminato, c’è solo e unicamente lui. 

 

Sarà l’intera Formula 1 a rivestire il ruolo della donna matura, rimasta da tempo incantata dalla classe di Lewis e dal suo sorriso che quasi ogni domenica occupa il gradino più alto del podio. Perché alla fine lo sappiamo, diventeranno 93, poi 94 e così via. Si tratterà solo di alzare un po’ di più l’asticella per il prossimo uomo che, come il britannico, saprà camminare sui pezzi di vetro.

Leclerc: illusione o promessa?

Del resto, i giovani in Formula 1 non mancano proprio. Ce n’è però uno in particolare che, almeno nei sogni dei tifosi del Cavallino, potrebbe diventare presto l’erede di questo prestigio. Charles Leclerc, il predestinato classe ’97, ormai da tempo balla sui cocci lasciati a terra dai disastri tecnici Ferrari stessa.

De Gregori conclude la sua canzone con un lieto fine. Potrà forse dirsi lo stesso, un giorno, per il sodalizio tra il monegasco e la Rossa, oppure il rapporto è destinato alla stessa fine di quello con Vettel e con Fernando Alonso?

 

Di sicuro c’è che, per Binotto e tutto il team Ferrari, il giorno del riscatto è ancora parecchio lontano. Noi, nel frattempo, ci godiamo un Lewis Hamilton che, con la sua straordinaria semplicità, abbatte e frantuma record su record. Perché, quando si riscrive la storia, “ferirsi non è possibile, morire meno che mai”.

30 Ottobre 2020 
di Luca Pirli Capitani
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