FLEE
Regia: Jonas Poher Rasmussen
Scenggiatura: Jonas P. Rasmussen, Amin Nawabi
Durata: 89 minuti
Uscita nelle sale italiane: 10 marzo 2022
Flee è un docufilm di animazione del 2021 per la regia di Jonas Rasmussen. Presentato nell’edizione del 2021 del Biografilm Festival, riceve i premi Best film award e Audience award. Nello stesso anno vince agli EFA come miglior film europeo di animazione e come miglior documentario europeo.
La sceneggiatura è frutto di un lavoro a quattro mani, quelle del regista Jonas Rasmussen e del protagonista, Amin Nawabi. La storia narrata è la vera storia di Amin che da bambino fugge dall’Afghanistan per raggiungere il fratello maggiore in Svezia.

Per potervi arrivare deve passare prima dalla Russia, dove vive per qualche tempo con sua madre, le sue due sorelle e un altro fratello. Riuscire a lasciare la Russia sembra un’impresa davvero impossibile, ma dopo tanti sacrifici e diversi tentativi, Amin riesce a lasciare il Paese e arrivare, però, in Danimarca.
Il trafficante che riesce a farlo partire gli impone di raccontare una storia falsa sulla sua vita. Amin dice a tutti di essere orfano di non avere una famiglia; mantiene questo segreto per oltre vent’anni e per lui è frustrante non poter mai essere sé stesso. L’unica persona a cui ha raccontato delle sue vere origini è il suo primo fidanzato, che però una volta lasciati usa la storia contro di lui minacciandolo più volte. Amin quindi non può fidarsi di nessuno, ma sceglie di fidarsi di Jonas che trasforma la sua storia in una pellicola emozionante e brillante.
L’intera storia, all’interno del film, ci viene raccontata da Amin stesso, sdraiato su di un letto. Il regista è lì ad ascoltarlo mentre riprende tutto. La tecnica da sdraiato funziona per far rivivere le sensazioni del passato aiutando a evocare il presente. Questo è importante non solo ai fini della storia, ma anche per gli animatori, in modo da poter disegnare al meglio e in modo dettagliato ogni scena del film.
All’interno del documentario sono stati cambiati alcuni nomi e alcuni luoghi per proteggere il cast. Il regista spiega che non ci sono rischi legali, ma legati alla privacy, poiché ogni membro della famiglia ha dovuto inventare una storia diversa per lasciare il Paese.
La vicenda di Amin ci deve far riflettere, non soltanto per farci capire quanto disastrosa sia una guerra, ma anche e soprattutto per farci capire che le condizioni in cui vive la maggior parte dei profughi è umanamente inammissibile e tutti noi in quanto esseri umani non abbiamo il diritto di voltarci dall’altra parte e far finta di niente, ma dobbiamo fare il possibile affinché non ci siano più storie come quella di Amin e come quelle delle centinaia di persone che ogni giorno incontrano la morte mentre sono in cerca di una vita migliore. Perché un domani quelli che scappano potremmo essere noi e perché nessuno merita di morire in un modo così barbaro e nessuno merita di vivere con le immagini della morte e delle violenze impresse nella testa. Amin e Jonas ci fanno vedere il mondo con occhi nuovi dopo essere usciti da questa proiezione, ci lasciano una storia di immenso coraggio e di amore sopra ogni cosa.